venerdì 23 ottobre 2015

Piano settimo - Burocrazia

Cari che mi avete aspettato,

...sono entrato nel vortice! Neanche il tempo di rendermene conto ed é passato un mese dall'ultimo post. Vi assicuro che non é pigrizia, abbiamo cominciato a lavorare alacremente a questo pacco di fogli (pacco di file, per il momento) chiamato tesi e il tempo per il diletto si sta riducendo progressivamente. Tuttavia, nonostante gli impegni pressanti in ufficio - sí, sono stato preso anch'io da quella febbre che porta i tesisti a dire "vado in ufficio" non appena ne hanno occasione - si trova comunque modo di concedersi un caffé con gli amici, una birretta in compagnia o... UNA-CROCIERA-AD-OSLO!
Ma non é di questo che vi parlo oggi. Nossignori, oggi non vi parlo di gaudio, vi parlo di pena, di dolore, di pianto e stridore di denti... di burocrazia! Ve ne voglio parlare perché é utile, ma siccome per me questa vicenda é stata un parto, cerco di andare subito alla cronaca e di rendervi la questione piú leggera.
Un giorno arrivate in Danimarca e, se ci volete stare, dovete fare due cose: Residence Permit e CPR number. Ottimo. Nell'Introduction Week (la settimana di accoglienza organizzata dalla DTU per i nuovi iscritti, stranieri e non), siccome lo sanno quanto puó essere tricky la questione se affrontata da soli, fanno arrivare gli impiegati dei vari uffici di competenza per sfornare documenti come se piovesse. Naturalmente, se vuoi usufruirne, devi aver portato con te tutto il necessario: fotocopie della Carta d'Identitá, fototessere, fotocopia della tessera sanitaria, attestato di accettazione firmato DTU, selfie col medico che ti sta facendo tutte le vaccinazioni del caso e forse qualcos'altro.
Io arrivo in orario e con tutta la documentazione pronta all'appuntamento fissato nel programma dell'Introduction Week. Mi faccio la mia bella coda (no, non mi sono giá cresciuti cosí tanto i capelli) e arrivo dall'impiegata, che ancora credevo fosse umana. Questa mi dice che la mia lettera d'accettazione é troppo vecchia e devo andare a farmela convalidare all'ufficio Relazioni Internazionali. Eh, va beh, capita. Parto e vado verso l'ufficio, qualche minuto a piedi e ci sono. Mi faccio fare questo timbro e torno.
Mi rimetto in coda e torno a fronteggiare l'impiegata, che mi guarda con una faccia che sembra dire: "Ah, ancora sorridi? Ora ci penso io a farti incazzare...". Naturalmente anche stavolta non va bene, sul timbro non c'é la data. Cerco di farla ragionare, che sí, é vero, non c'é la data, ma la macchina del tempo ancora la devono inventare e se un quarto d'ora fa il timbro non c'era, vuol dire che me lo hanno fatto adesso, scrivi 'sta data e chiudiamola qui. Niente... si torna all'ufficio.
Sicuro di me stesso ri-ri-torno dall'impiegata, speranzoso che, forse stanca di vedermi, almeno mi conceda di non farmi rifare la coda per la terza volta. "Ah-ah-ah, certo, come no...", la sento pensare mentre le chiedo di farmela saltare con uno sguardo che é un misto di implorazione e di voglia di ribaltargli addosso il tavolo dell'IKEA su cui si sta occupando di pinzare fogli. Decido che non le daró la soddisfazione di rimettermi in fila per poi farmi rimbalzare di nuovo; vince lei comunque, ma aveva il coltello dalla parte del manico.
Riprovo nei gironi seguenti andando in un ufficio di Lyngby dove mi é stato detto che é possibile fare il CPR number, tanto é di strada, non mi costa nulla. Un inserviente mi risparmia (credevo) un po' di tempo, dicendomi che lí sí, posso fare il CPR number, ma devo prima avere il Residence Permit, per il quale é necessario recarsi nella vicina Copenhagen. Non resta altro da fare che prendersi una mattinata ed andare in questo ennesimo ufficio a CPH. E qui, succede l'incredibile: arrivo, dó le carte, aspetto dieci minuti ed ho finito. Liscio come l'olio.
Convinto di aver imboccato la strada giusta, pochi giorni dopo mi reco in quello stesso ufficio del mio paese dove avrei dovuto poter fare il CPR number (avete giá capito come va a finire...). Parlo con una nuova impiegata, gentilissima per caritá, ma che da qui in poi verrá chiamata Incompetenza (da non confondersi con la famosa Incontinentia: https://www.youtube.com/watch?v=hiPNnJP2byY). Mi dice che sono nell'ufficio sbagliato, perché quello é l'ufficio per quelli che abitano a Lyngby e per quanto sull'indirizzo del mio collegio ci sia scritto Lyngby, io non abito a Lyngby, ma a Gladsaxe, il comune vicino. Ho avuto qualche giorno per ricaricare il mio Pazienzometro, per cui, gentilmente, anche perché non era (ancora) colpa sua, mi faccio dare l'indirizzo del Municipio di Gladsaxe e chiedo se é ancora aperto, per sapere se ci posso andare subito. Incompetenza controlla su Internet e risponde affermativamente, senza vacillare. Allora inforco la mia bicicletta e mi sparo questi 4 km. Arrivato non mi resta altro che confermare l'epiteto della suddetta, constatando la chiusura dell'ufficio avvenuta tipo tre ore prima, e tornarmene a casa con le pive nel sacco.
Ritento l'impresa la stessa settimana, consultando da me gli orari. Arrivato ad un primo gate in cui chiedo informazioni mi dicono subito che sono nel posto sbagliato. "Eh no" - dico io - "Mi hanno mandato qui da Lyngby dicendo che lo devo fare qua!" e dentro di me speravo che Incompetenza, avendo giá fatto un errore, non ne poteva fare due! E invece... E invece mi impunto e vado a parlare con chi di dovere a Gladsaxe, il quale mi dice che i CPR li fanno solo a Copenhagen! A Lyngby li fanno perché sono speciali si vede, o perlomeno sono speciali quelli che abitano a Lyngby e il cui indirizzo non é un'opinione. Ah, ed ironia della sorte, in che ufficio mi mandano a CPH? Allo stesso in cui ero giá andato qualche tempo prima per il residence Permit! "Beh, almeno faró in fretta", penso.
Carico a pallettoni, qualche giorno dopo mi dirigo verso quella che esigo sia l'ultima meta della mia Odissea, ma mi sbaglio. Prendo il palo, ma sbaglio. Qui infatti mi dicono che l'ufficio in cui devo andare é da un'altra parte, fortunatamente é in Danimarca, ancor piú fortunatamente non é molto distante da lí.
International House é l'ultima tappa del mio cammino per farmi accettare in Danimarca. Mentre compilo i moduli che mi consegnano cerco di assaporare ogni singolo istante, ogni singolo lettera che disegno sopra le righine puntinate, ripensando a tutti i sacrifici che mi hanno portato a questo traguardo... e gli fotto pure il té che c'é nella sala d'attesa! Dopo tutto questo, mi pare il minimo.

La parola del giorno: medarbejder = impiegato.


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