Cari ‘voi-che-ancora-non-vi-siete-stancati-di-leggermi’,
oggi vi parlo dell’Università, o meglio, dell’Università che
frequento, dell’Università che frequento qui, in Danimarca. Come ho già avuto
modo di dirvi si tratta della DTU
(Danmarks Tekniske Universitet - http://www.dtu.dk/),
una sorta di politecnico, per dirla all’italiana.
Prima di tutto, dove si trova? Spesso sono il primo a dire: “sono a
fare la tesi a Copenhagen!”, ma in realtà la sede dell’Università è a Lyngby,
una cittadina di 11500 abitanti ad una decina di km a nord della capitale -
peraltro il campus dell’Università non si trova nemmeno nel centro di Lyngby, ma un pochino più a nord.
Nel parlare vi ho già dato un’informazione in più: il campus. Infatti,
a differenza di come siamo abituati in Italia (salvo rare eccezioni, secondo le
scarne fonti che il mio cervello mi procura), qui l’Università è interamente
concentrata in unica zona, a creare una sorta di cittadella popolata da aspiranti
ingegneri di tutte le specie. Sì, esatto, probabilmente non ci organizzeranno
mai una Settimana della Moda, ma vi assicuro che l’ambiente che si respira ti
fa veramente pensare che qui si possa studiare con gusto. Non prendetemi per
pazzo... se vi dicessi che in biblioteca si può giocare alla playstation? (‘azz, mi son giocato
subito il jolly!)
Il campus è strutturato in quattro quadranti che si articolano lungo
un viale centrale nord-sud. I quattro quadranti ospitano le sedi dei vari
dipartimenti raggruppati per ambito, gli edifici che ospitano le aule, mense e
alcuni dormitori (i dormitori dei fortunelli che possono andare a lezione a
piedi). Dal punto di vista architettonico, credo che ai danesi credo piaccia
parecchio standardizzare, dal momento che praticamente tutti gli edifici del
campus sono formalmente uguali: mattoni gialli a vista e finestre con telai in
legno verniciati di nero ed il gioco è fatto! Diciamo quindi che se non sei un
frequentatore abituale fatichi a trovare dei grandi riferimenti nelle viuzze
che si snodano nel campus, devi necessariamente fare riferimento ai numeri 1**,
2**, 3**, 4** (il primo numero identifica il quadrante) appiccicati come numeri
civici ad ogni edificio.
L’anima del campus è l’edificio 101,
una sorta di quartier generale in cui potete trovare più o meno tutto quello di
cui potreste avere bisogno. Se avete bisogno del numero di Miss Danimarca
probabilmente vi deluderanno, ma per quanto riguarda le necessità universitarie
- Miss Danimarca difficilmente sarà la professoressa che tiene il vostro corso
di Cemento Armato a cui dovete assolutamente scrivere per questioni
burocratiche legate al vostro Erasmus – è molto probabile che troverete
soddisfazione. Biblioteca (con possibilità di stampare gratis in b/n + zona
relax con divani e cuscini giganti + televisori con presa HDMI per attaccare PC, ecc. + la già citata playstation (e xbox) + altri bei servizi), mensa,
DTUshop, palestra, segreteria, bar degli studenti, meeting center sono più o
meno tutte le cose che ci potete trovare. Nei giorni di festa, e non intendo
Natale, Pasqua e così via, ma i giorni in cui si fa festa, potete anche trovare
studenti danesi che mangiano e bevono birra, e bevono birra... e bevono birra,
seduti sul pavimento. Sì perchè qui mica l’Università chiude ad una certa ora,
se hai la tessera, o il badge se vogliamo essere moderni, puoi entrare negli
edifici anche di notte. Ipoteticamente io e il mio collega potremmo trascorrere
la notte a lavorare (o anche no) nel nostro ufficio senza nessun problema.
Stupido io che mi sono cercato un
alloggio!
Ma uno dei servizi più fighi che secondo me offre l’Università è il DTU Skylab (http://www.skylab.dtu.dk/),
un edificio-laboratorio in cui ogni studente può cercare di dar vita alla sua
idea che cambierà il mondo! Chi vuole volare basso può semplicemente sfruttare
l’occasione per fare una stampa 3D di qualsiasi cosa voglia. Sappiate però che
l’ambiente mi sembra abbastanza frequentato e quindi quello che stampate verrà
sicuramente visto da altri, per cui abbandonate i pensieri maliziosi che avete
sicuramente fatto. Altra figata dello Skylab (scusate l’abuso di un termine un
po’ adolescenziale, ma mai come in questo caso è appropriato) è che gli uffici
in cui ci si può rinchiudere a spremere le meningi hanno pareti-lavagna, muri
su cui è possibile appuntare tutti ciò che vi passa per la mente per poi
eventualmente cancellarlo con un colpo d spugna.
Avrete capito che l’impressione che ho avuto della DTU è più che positiva,
diciamo pure un altro mondo rispetto a quanto siamo abituati. Lo studente può
riempire la propria vita di DTU studiando, lavorando, giocando, cantando,
ballando, mangiando e bevendo in maniera, secondo me, molto più efficace di
quello che io ho sperimentato in Italia. Anche se credo non mi abituerò mai a
vedere studenti che giocano a svuotare bottiglie di birra fra l’ufficiorelazioni
internazionali e la sala conferenze, e
forse è un bene.
La parola del giorno: Navn
= nome - un giorno magari vi parlerò della burocrazia che mi ha
fatto imparare
alcune “parole da form”, vi anticipo solo che tutto il mondo è paese.
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