venerdì 7 agosto 2015

Piano terra

Care lettrici e lettori,

 con questo primo post vi voglio dare il benvenuto su questo blog: non so se ci siate capitati per caso, se perché mi conoscete e ve ne ho parlato, se perché vi ho supplicato di darci un'occhiata per non farmi sentire uno sfigato o se perchè ormai questa pagina è diventata la prima che ognuno in Italia visita dopo un fugace sguardo a Facebook o all'accoppiata Sportmediaset/Gazzetta, in qualsiasi caso: velkommen!
Ci tengo poi a chiarire di cosa parlerà questo blog. La mia idea è quella di raccontarvi l’esperienza che sto per vivere, ossia sei mesi a Copenaghen (Lyngby per la precisione), presso l’Università Tecnica della Danimarca, allo scopo di chiudere la pratica universitaria = scrivere la tesi. Aspettate ancora un momento a chiudere la scheda di Chrome, perché non vi parlerò di argomenti accademici, adesso come adesso peraltro vi saprei dire davvero poco, ma cercherò di narrarvi il narrabile a proposito di: cosa ho visto, come ho vissuto, come sono sopravvissuto senza pasta, ecc. Magari potrà essere utile a chi come me si appresta a partire per la Danimarca e vorrebbe arrivarci simil-preparato (oppure sarà servito solo a mamma e papà per tenersi aggiornati).
Possiamo cominciare.

In principio era... Laursen!

Non ho intenzione di proporre una nuova versione del Nuovo Testamento, tranquilli. Questo titolo sintetizza semplicisticamente, quella che è più o meno sempre stata per ma la Danimarca: lo so, è triste, ma a causa di un’infida malattia che affligge molti italiani (https://it.wikipedia.org/wiki/Calcio_(sport), se voleste informarvi), ho la brutta abitudine di ricondurre molte Nazioni ai calciatori che le rappresentano. Avrete capito che nel caso della Danimarca questo giocatore è Martin Laursen!
Per carità ce ne sono anche altri a cui sono affezionato (penso a Helveg o Jorgensen, ad esempio), ma Laursen ha un fascino particolare. L’ho “conosciuto” quando è venuto a giocare nell’Hellas Verona, squadra della mia città, della quale è diventato presto simbolo e pezzo pregiato tanto da essere poi acquistato dal Milan, mia squadra del cuore. Qui diciamo che ha sofferto il salto di livello, arrivando negli ultimi tempi a costituire serio pericolo per le coronarie dei tifosi più attempati, a cui si sconsigliava di venire allo stadio in caso di indisponibilità dei vari Maldini, Nesta, ecc. Sarebbe inutile puntualizzare che la sua carriera proseguirà (più che dignitosamente) altrove.
Nonostante questo però, noi tifosi milanisti lo ricorderemo sempre con un sorriso, mentre ce lo immaginiamo a vagare per il campo in cerca delle sue celeberrime lenti a contatto: gli juventini avevano Davids coi suoi occhialini, noi probabilmente a quei tempi avevamo concluso un contratto di sponsorizzazione con la Acuvue, la Dailies o che so io.

In conclusione, si diceva: in principio era Laursen, in questi sei mesi spero diventi molto di più! A presto!

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